Valenza letteraria degli scritti di Galileo

La lingua di Galileo, se confrontata con quella ormai sedimentata e codificata di oggi, appare sorprendente per la multiforme ricchezza di termini tra loro equivalenti – verbali, avverbiali, lessicali. “Il discorrere è come il correre”, scrive Galileo stesso, e l’affermazione costituisce il suo programma stilistico, come rileva Italo Calvino nelle Lezioni americane: “stile come metodo di pensiero e come gusto letterario: la rapidità, l’agilità del ragionamento, l’economia degli argomenti, ma anche la fantasia degli esempi sono per Galileo qualità decisive del pensar bene”.

Il valore letterario degli scritti di Galileo ben si riassume nel giudizio di Natalino Sapegno: “La sua opera, per ricchezza di contenuto umano e potenza di stile, si proponeva come un esempio e si inseriva nella storia futura della nostra prosa, come un fatto letterario e culturale di prima grandezza, il più importante anzi, forse, dopo il Machiavelli e prima del Manzoni”.

Ma perché riproporre oggi Galileo? Perché la sua lezione, al di là dei contenuti scientifici – e sarà sorprendente scoprire quante credenze pre-galileiane alberghino ancora in noi – non ha perso nulla della sua validità attraverso i secoli. La lettura delle pagine galileiane non potrà non stimolare il gusto dell’osservare, il desiderio di capire, e il piacere di dare risposte sulla base dell’esperienza e delle deduzioni logiche. Quanto agli errori di Galileo, essi possono rivelarsi altrettanto preziosi delle sue conquiste più geniali. Da un lato ci permettono di cogliere il suo percorso mentale, dall’altro ci istruiscono sulla complessità e sulla difficoltà del processo conoscitivo.

Opere composte

Le opere comprendono

- due manciate di poesie

- numerose postille alle Rime del Petrarca e all’Orlando Furioso (amato)

- Considerazioni sulla Gerusalemme liberata del Tasso (deprecata)

- due lezioni sull’Inferno di Dante; Senza entrare nel dettaglio dello studio della struttura dell’inferno, basti osservare il suo schema frutto di una serie di calcoli matematici (geometrici).

 

 

 

Ecco un esempio in cui un distico di creazione galileiana segue un’apertura in stile petrarchesca mentre il resto procede secondo motivi consueti:

Or che tuffato il sol nell’onde Ispane
Ha i fiammeggianti suoi biondi capelli,
Per Via Mozza raccolte in be’ drappelli,
Sbuca gran moltitudin di puttane.
Chiuse già sono tutte l’Arti di lane,
E’ setaiuol calon gli sportelli.
A stuol da’ campanili fuggon gli uccelli,
Storditi dal romor delle campane.
E al Ponte tutta la cittadinanza
S’aduna, ove mezz’ora si sollazza,
Chè questa è di Firenze antica usanza.
E l’ora si avvicina della mazza;
Però ti lascio: a Dio, dolce speranza,
Chè mi conviene andare insino in Piazza
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